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La piazzaforte, distesa su 25.000 metri quadrati, domina una sommità di una collina teatro di un glorioso assedio: dall’8 settembre 1860 al 20 marzo 1861 eserciti piemontesi e borbonici si fronteggiarono, finchè la fortezza, ultimo bastione settentrionale del Regno delle Due Sicilie, è costretta a capitolare dopo una resistenza eroica. Inizia un’altra storia. Vincitori e vinti torneranno a essere quello che sono stati: semplicemente italiani.

Da Porta Napoli l’impianto viario del paese rivela subito la sua natura di luogo fortificato, già prima di arrivare alla fortezza: solcato da lunghe strade longitudinali, intersecate da rampe e scalinate. L’ingresso è da Porta Napoli, forse già parte della duecentesca cinta muraria angioina, di cui si conservano poche tracce. Piazza Filippi Pepe, affacciata come una terrazza sui Monti della Laga, ha per sfondo la cinquecentesca chiesa di San Lorenzo, attualmente chiusa per restauri. Più avanti è la Chiesa di San Francesco (XIV sec.), a navata unica accompagnata da cappelle barocche, con un bel coro ligneo del ‘400. Da qui si passa in largo Rosati, su cui si colloca il Palazzo del Capitano, originario del XIII sec.: sulla facciata si riconosce lo stemma dei d’Angiò di Napoli.
Di gusto neoclassico il vicino monumento a Matteo Wade (1806), eroico comandante irlandese durante l’assedio francese. Salendo verso la fortezza, vi è la Chiesa della Scopa (XV sec.), che conserva un Cristo Deposto ligneo della fine del ‘400. Curiosa La Ruetta, la via più stretta d’Italia, che sale alla fortezza. Da vedere, appena fuori dal centro urbano, la Chiesa di Santa Maria dei Lumi (XV sec.), introdotta da un portico tardo-romanico a sei arcate. All’interno, la Madonna dei Lumi, scultura in legno policromo del secondo Quattrocento. A 12 Km, Campli è famosa perché ospita la chiesa di San Paolo con la vicina Scala Santa, che dal 1772 concede l’indulgenza plenaria a chi la sale in ginocchio e a capo chino; formata da 28 gradini di legno di quercia, è uno dei pochi esemplari al mondo.

Sarebbe davvero entusiasmante per bambini e ragazzi conoscere “sul campo” una pagina della nostra storia, con il servizio di visite guidate attraverso i resti degli alloggiamenti dei soldati, la piazzaforte, i bastioni, le cortine murarie di difesa, il fossato, i posti di guardia… Inoltre, i ragazzi sarebbero entusiasti di visitare il Museo delle Armi, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20. L’ingresso, fino al 30 ottobre, comprende la visita alla mostra “Civitella 1861. Ultimo atto per l’Unità d’Italia. Le armi nella scena dell’assedio”.
 

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