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Mary Cassatt (1845-1926)
National Gallery of Art, Washington D.C.
Collezione Ailsa Mellon Bruce 

Bambine che giocano sulla spiaggia

 

Il quadro Bambine che giocano sulla spiaggia rivela subito la particolare predilezione della pittrice impressionista Mary Cassatt verso soggetti di maternità e di tenerezza tra madre e figli, cogliendo in modo molto immediato scene di quotidianità. 
Le due bambine, unite dallo stesso tipo di gioco, in realtà sono divise, sono completamente assorte nella loro attività ed è come fossero sorde ad ogni richiamo dei genitori. Addirittura il cappello di una delle due nasconde completamente il suo viso alla vista dello spettatore. 
La particolarità di questo quadro sta nel fatto che la pittrice conduce l'osservatore a livello delle due bambine, lo porta quasi a chinarsi verso di loro, a contemplare da quel punto di vista il mare, l'orizzonte, il cielo.
C'è nella tela un intersecarsi di linee orizzontali e verticali: i vari piani del paesaggio con la forma verticale del quadro portano a delimitare lo spazio in cui agiscono le bambine, addirittura tagliando i piedi sul lato destro della dipinto. In questo modo si crea un'area circoscritta, un box nel quale le bambine possano giocare indisturbate e protette. 

L'arte ha molto privilegiato i soggetti marini, soffermandosi su paesaggi, tramonti o albe per quell'interesse che gli artisti hanno sempre dimostrato per i bruschi cambiamenti atmosferici, per i giochi di luce e ombra che si creano nel cielo o sul mare dopo una tempesta o una mareggiata. 
Ma dalla fine del 1700 le raffigurazioni artistiche ritraggono anche la vita di spiaggia, le persone che popolano la spiaggia, le nuovi abitudini sociali della aristocrazia e dell'alta borghesia.
Così, in seguito, i quadri degli impressionisti, dei macchiaioli e delle correnti artistiche più all'avanguardia novecentesche, come i nabis o i Die Brucke diventano importanti testimonianze di quel particolare momento storico della scoperta della spiaggia come luogo di villeggiatura per godere dei benefici dell'acqua di mare o dell'aria salsoiodica; ma soprattutto diventano fedele specchio della moda che dai ridicoli ed imbarazzanti mutandoni e cuffietta approda ai primi veri costumi da bagno. 

L'arte della fine dell'ottocento, come l'impressionismo francese, ci aveva abituato alla raffigurazione di nudi di donne intente alla loro pulizia: nude nella vasca da bagno mentre si lavavano, o nude davanti allo specchio mentre si asciugavano o si pettinavano. Mary Cassatt frequentemente ritrae mamme che lavano i loro bambini, curano la loro igiene, pettinano i loro capelli.  
Queste bagnanti sono molto interessanti perché rivelano un costume che sta diventando molto comune e cioè l'uso dell'acqua per l'igiene personale, dopo secoli in cui si pensava che la pulizia fosse sinonimo di amoralità per le donne e la sporcizia invece di virilità. 
Le bagnanti ritratte portano in sé una forte sensualità, ma per quanto riguarda invece le immagini di bambini risalta in modo significativo la nuova sensibilità verso le regole e i comportamenti igienici, che i medici portavano avanti, soprattutto nella prevenzione della salute delle età più tenere.

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